
Panorami in movimento: il treno della Val d’Orcia
testo e foto di Stefania Mezzetti
Dici Siena e subito pensi al Palio, all’eco dei tamburi tra le contrade, a Piazza del Campo che si apre come una conchiglia tra i palazzi antichi. È una città che sa di medioevo, di arte e spiritualità, dove il tempo sembra essersi fermato. Ma oltre le sue mura, un altro viaggio ha inizio, meno noto ma altrettanto magico: quello del Treno Natura, lungo l’antico tracciato della Ferrovia della Val d’Orcia.
Il territorio che circonda Siena è attraversato dalla Via Francigena, la storica rotta dei pellegrini. Percorrendola, si entra nella Val d’Orcia, un paesaggio rimasto pressoché intatto dal medioevo, un mosaico di colline sinuose, campi dorati e cipressi, punteggiato da borghi e abbazie. È da qui che prende vita il viaggio: un percorso a ritroso nel tempo, dove il ritmo lento del treno si accorda con quello della natura.
La storia sui binari: nascita, declino e rinascita della linea
La Ferrovia della Val d’Orcia, lunga circa 51 chilometri, fu inaugurata nel 1885 per collegare Siena a Grosseto, seguendo il corso delle valli dell’Asso e dell’Orcia. In origine, era un’arteria vitale per l’economia agricola locale, trasportando vino, olio e prodotti della terra. Ma come molte altre linee secondarie, fu vittima dell’inevitabile declino, fino alla chiusura definitiva nel 1994.
Non fu però l’oblio il suo destino. Il grande valore paesaggistico e culturale del tracciato spinse enti pubblici e appassionati, tra cui il CAI e le Ferrovie dello Stato, a rilanciare la linea in chiave turistica. Nacque così il progetto Treno Natura, che nel 1996 iniziò a far viaggiare convogli storici tra le meraviglie del sud della Toscana. Nel 2015, il progetto venne adottato dalla Fondazione FS Italiane all’interno dell’iniziativa Binari senza Tempo, simbolo di un turismo sostenibile e nostalgico.
Il viaggio nel cuore della Val d’Orcia
Saliti sul treno a vapore, il primo tratto ci porta da Siena ad Asciano, dove il paesaggio inizia a raccontare la sua storia fatta di curve morbide e campi infiniti. Le Crete Senesi appaiono come sculture modellate dal vento: calanchi profondi, argille grigie e verdi che si mescolano in una tavolozza inedita. È un susseguirsi di emozioni visive, tra la terra e il cielo.
La fermata a Trequanda annuncia l’ingresso in un territorio quasi lunare. In lontananza, si staglia il Castello di Chiusure, vegliando sull’antica Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, ancora oggi abitata da monaci benedettini. Il treno scivola poi lungo la valle dell’Asso, dove San Giovanni d’Asso ci accoglie con il suo castello e il profumo del tartufo, vero re di queste terre.
Entrando nella Val d’Orcia, il paesaggio si fa armonioso, quasi pittorico. I cipressi disegnano linee ordinate lungo i crinali, le strade bianche si perdono tra le cascine e i colli sembrano onde che cullino lo sguardo. Si attraversano territori un tempo calcati da pellegrini, santi e cavalieri, come San Quirico d’Orcia e Ripa d’Orcia, mentre sullo sfondo appare Pienza, la città ideale del Rinascimento, sogno realizzato da Papa Pio II.
Sapori, storia e silenzio
Tra i filari di vite che si arrampicano sulle colline si respira già l’aria del Brunello di Montalcino. All’orizzonte, la Rocca di Montalcino domina l’intero paesaggio, mentre sullo sfondo si staglia maestoso il profilo del Monte Amiata, antico vulcano dormiente.
La fermata a Monte Amiata Scalo, con la sua imponente stazione ormai silenziosa, ci racconta i giorni in cui i treni trasportavano minerali e sogni industriali. Oggi, quel passato ritorna nel rituale del rifornimento d’acqua alla locomotiva a vapore: un momento sospeso, tra sbuffi, fischi e le mani esperte dei “musi neri”.
Il viaggio prosegue fino a Monte Antico, dove la valle si apre tra vigneti e frutteti, dominata dal Castello di Poggio alle Mura. Da qui il treno cambia rotta, rientrando lungo la linea che attraversa la Val d’Arbia, passando per Buonconvento. Il cielo si fa più scuro, le nuvole danzano sui colli e la luce, d’improvviso, si rifrange su campi e paesi, regalando un ultimo spettacolo prima del ritorno.
Un viaggio senza tempo
Il Treno Natura non è solo un mezzo di trasporto, ma un ponte tra epoche e paesaggi. È il racconto lento di una Toscana autentica, fatta di silenzi, di scorci mozzafiato, di borghi che profumano di storia e di piatti che sanno di casa. Un’esperienza che risveglia i sensi, avvolge il cuore e lascia la voglia di tornare.
Perché la Val d’Orcia, vista da un finestrino d’epoca, non è solo un luogo. È un’emozione che viaggia su rotaie.